I Contenuti
Nei Caraibi
Walcott trova e rivela una babele genetica, una sorta di ombelico del
mondo fra Africa, Europa, Asia e America, che tuttavia ha per lingua
quella dell'impero: il suo vero strumento epico. Se modella i suoi versi
sul ritmo dell'oceano - come diceva di fare Walt Whitman - come onde di
marea, coagulandoli in un arcipelago di poesie, a differenza
dell'americano, Walcott li contiene e trattiene in una prosodia e in una
metrica formale. All'inizio parrebbe un poeta regionale, ma non lo è
negli esiti, grazie al suo orecchio per la lingua, al suo vocabolario
così personale nonostante il commercio con i grandi d'Europa,
perfettamente consapevole dei modi e dei rischi del fare poesia,
democratico ma mica tanto quando c'è di mezzo l'eccellenza.
La Recensione
Ormai
sta diventando un appuntamento fisso quello della poesia nel week-end,
grazie a questa iniziativa del Corriere della Sera, che sta stampando
delle raccolte di versi dei maggiori poeti del novecento.
Amo leggere queste poesie alzandomi presto la mattina e tutto è silenzio in casa: devo dire che sto meravigliosamente scoprendo universi poetici che mai avrei immaginato e anche se ci sono numeri di questa collana che apprezzo e altri che mi lasciano quasi indifferente, (penso che la poesia debba toccare prima il cuore che la mente, e a volte non succede) trovo questa iniziativa dsempre più bella.
Dopo la raccolta su Pessoa che mi è piaciuto tantissimo, arriva questa di Walcott, a me sconosciuto, autore premio nobel che ha vissuto per lo più nelle Antille e le sue poesie sanno di salsedine e di mare, di popoli e di alcuni viaggi da lui fatti in Europa e in America.
Debbo dire che non mi ha entusiasmato molto e l'unica poesia che mi ha davvero ispirato è stata "Epiloghi", unica tra le molte anche se in altre ho trovato passagi di una bellezza rara, anche se nel generale non mi hanno convinto.
Ovviamente parlo sempre da profano della poesia, so di non avere gli strumenti giusti per fare delle vere recensioni, mi limito a dire quelle che mi arrivano al cuore, che usano un linguaggio a me comprensibile e dunque per qualsiasi altro queste raccolto posso avere significati e parei diametralmente opposti.
Amo leggere queste poesie alzandomi presto la mattina e tutto è silenzio in casa: devo dire che sto meravigliosamente scoprendo universi poetici che mai avrei immaginato e anche se ci sono numeri di questa collana che apprezzo e altri che mi lasciano quasi indifferente, (penso che la poesia debba toccare prima il cuore che la mente, e a volte non succede) trovo questa iniziativa dsempre più bella.
Dopo la raccolta su Pessoa che mi è piaciuto tantissimo, arriva questa di Walcott, a me sconosciuto, autore premio nobel che ha vissuto per lo più nelle Antille e le sue poesie sanno di salsedine e di mare, di popoli e di alcuni viaggi da lui fatti in Europa e in America.
Debbo dire che non mi ha entusiasmato molto e l'unica poesia che mi ha davvero ispirato è stata "Epiloghi", unica tra le molte anche se in altre ho trovato passagi di una bellezza rara, anche se nel generale non mi hanno convinto.
Ovviamente parlo sempre da profano della poesia, so di non avere gli strumenti giusti per fare delle vere recensioni, mi limito a dire quelle che mi arrivano al cuore, che usano un linguaggio a me comprensibile e dunque per qualsiasi altro queste raccolto posso avere significati e parei diametralmente opposti.
Voto: 2/5